Xylella, gli ultimi dati non smentiscono il legame tra batterio e malattia degli ulivi

 

Lo studio che dovrebbe scagionare Xylella indagava tutt’altro, e fornisce dati insufficienti e irrilevanti per trarre conclusioni scientifiche. A oggi gli scienziati ritengono che la malattia da disseccamento sia imputabile al batterio.

 

di Gianluca Dotti

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(Foto: Tiziana Fabi/Getty Images)

 

Dallo scorso fine settimana sui giornali e in rete si è tornato a parlare di Xylella e del disseccamento degli ulivi pugliesi, in particolare dopo la pubblicazione di un articolo su Il Fatto Quotidiano di domenica 12 febbraio dal titolo Ulivi malati, non si può dare la colpa alla Xylella.

Secondo quanto riportato nell’articolo, “l’ultimo monitoraggio sugli
ulivi pugliesi colpiti da disseccamento rapido smentisce l’esistenza di una relazione tra la malattia e la Xylella“. In particolare, “il monitoraggio da giugno 2016 a gennaio 2017 indica che Xylella era presente solo nel 6,5% di 1.536 piante malate campionate nella zona infetta, secondo i dati forniti al Fatto Quotidiano dalla Regione Puglia. Una percentuale troppo bassa per certificare l’esistenza di una correlazione tra batterio e malattia, secondo gli standard scientifici internazionali”. L’articolo era anche anticipato in prima pagina con il lancio “Ulivi malati, la scienza dice che la Xylella non c’entrava niente”.

La notizia è stata ripresa poco dopo anche da TgCom24, che in un servizio conclude che “la malattia non sarebbe dovuta alla Xylella fastidiosa”, lasciando di nuovo presumere che il 93,5% degli olivi con sintomi da disseccamento non fossero infestati da Xylella.

Appena due giorni più tardi, martedì 14 febbraio, il giornale Quotidiano di Puglia ha pubblicato un’intervista a Gianluca Nardone, attualmente a capo del Dipartimento agricoltura della regione Puglia, che ha chiarito il significato dei dati.

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Fonte: www.wired.it