Il fleotribo dell’olivo (Phloeotribus scarabaeoides) è un insetto polifago dell’ordine dei Coleotteri, famiglia degli Scolitidi. È noto anche con il nome di punteruolo dell’olivo o tarlo dell’olivo ed è diffuso ovunque si coltivi questa pianta, in particolare nelle regioni che affacciano sul mediterraneo.
Causa danni di una certa entità, soprattutto sul legno degli alberi già indeboliti. Per questo motivo deve essere tenuto sotto controllo, attraverso l’applicazione di pratiche agronomiche adeguate.

Descrizione del fleotribo

Il fleotribo dell’olivo si presenta allo stadio adulto come un piccolo coleottero di colore scuro, quasi nero, di circa 2 mm di lunghezza. Le ali (elitre) sono bruno-rossicce e ha una peluria nerastra sul dorso. Le uova sono piccolissime, di colore bianco-giallastro. Allo stadio di larva è biancastro e apode, di forma arcuata, lungo fino a 3,5 mm (questa fase attravera 5 stadi di sviluppo). Allo stadio di ninfa e pre-ninfa il colore è molto chiaro e la lunghezza è di 2,5 mm

copertina_fleotribo

I danni del fleotribo sull’olivo

La maggior parte dei danni causati all’albero di olivo sono compiuti dal fleotribo adulto. L’insetto mostra abitudini xilofaghe, ovvero si nutre di legno. Scava delle gallerie all’intersezione dei rami, al cui interno si alimenta. La conseguenza è uno sviluppo stentato dei rami attaccati, che produrranno meno drupe, che con il tempo disseccheranno. Si tratta di un parassita che attacca soprattutto il legno delle piante che è già stato danneggiato o deperito: branche troppo vecchie, i rami attaccati da cancri del legno, le ramificazioni che hanno subito forti gelate. La sua presenza ne contribuisce al deperimento.

Tuttavia, il punteruolo dell’olivo può attaccare anche piante più giovani e in buono stato vegetativo. Ad esempio, se una pianta sana si trova vicino a un focolaio presente su piante deperite può essere a rischio. Se l’infestazione è grave, si può arrivare al disseccamento del ramo o dell’intera branca, compromettendo dunque la raccolta delle olive. Il fleotribo può causare anche danni indiretti. Il punto di attacco, infatti, può essere l’ingresso del batterio che causa la grave malattia della rogna dell’olivo.

Fleotribo (Phloeotribus scarabaeoides)

Rimedi contro il fleotribo

È importante difendere le piante d’olivo dagli attacchi di fleotribo, viste le ripercussioni appena descritte. Infatti, pur non essendo un parassita molto dannoso, come può essere, ad esempio, il cotonello dell’olivo o la xylella, va tenuto sotto controllo per evitare gravi erosioni sui rami.

Gli insetti antagonisti

Per fortuna in natura esistono alcuni insetti utili che sono efficaci antagonisti del punteruolo dell’olivo. Questi sono:

  • l’imenottero calcidoideo (Cheiropachy colòn)
  • il braconide (Dendroster protuberans)
  • il coleottero (Thanasinus formicarius)

I primi due vivono e si nutrono a spese delle larve di fleotribo. Il terzo è un ottimo predatore e si nutre sia delle uova e delle larve che degli adulti.

Monitoraggio e campionamento

Qualora il controllo da parte degli insetti antagonisti non fosse sufficiente, bisognerà intervenire con adeguate pratiche agronomiche di contrasto.
Occorre quindi partire con un adeguato monitoraggio della presenza dell’insetto. Questo avviene controllando 5 gruppi di 4 piante limitrofe ed osservando il numero di gallerie di nutrizione su 10 rametti per pianta. È importante riconoscere le gallerie vuote e quelle con presenza di adulti svernanti. In caso di elevata presenza, bisognerà intervenire con le tecniche di prevenzione agronomica e l’uso di rami esca.

Prevenzione agronomica

Come detto, il fleotribo dell’olivo predilige insediarsi sul legno già indebolito o addirittura morto. Per cui risulta fondamentale la corretta potatura dell’olivo, che di solito avviene a fine inverno, prima della ripresa dell’attività trofica del parassita. I rami attaccati andranno rimossi e quindi bruciati. Per evitare futuri attacchi bisognerà inoltre tagliare i rami esausti e/o le branche troppo deboli. Un anticipo dell’epoca di potatura può altresì essere uno stratagemma utile.

I rami esca

Altra tecnica agronomica applicata in zone ad alta presenza di fleotribo è quello dell’uso dei rami esca. In poche parole i residui della potatura vengono usati per attirare l’insetto a deporre le uova in un dato punto. Una volta che l’insetto cade nella trappola, il ramo esca dovrà essere allontanato dall’uliveto e bruciato secondo le normative vigenti.

Via: https://www.coltivazionebiologica.it/fleotribo/